9 Aprile: come cambia la privacy su Facebook dopo il caso CA

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9 Aprile: come cambia la privacy su Facebook dopo il caso CA

Aprile 7, 2018 blog 0

Ennesimo polverone intorno a Facebook;  al centro di tutto c’è ancora il trattamento dei dati personali.
Dopo lo scandalo Cambridge Analytica (ne ho parlato qui), si torna a discutere su privacy e dati personali, questa volta in ottica App.
Non è ormai segreta a nessuno la problematica, sollevata da molti, sull’autenticazione e l’accesso alle App attraverso i dati del profilo Facebook.

Per evitare ulteriori scandali, ecco le novità.

È ufficiale che da lunedì 9 aprile, nel feed, nella parte superiore dell’home page del social network più famoso del mondo, apparirà uno schema completo delle App utilizzate e saranno noti tutti i numeri ufficiali a riguardo dei dati finiti nello scandalo Cambridge Analytica.

Si calcola che, negli Stati Uniti, siano quasi 90 milioni i profili coinvolti in una condivisione che potrebbe essere considerata discutibile ed impropria. In questo modo saranno gli utenti stessi a scegliere quali delle App possono attingere ai propri dati personali.

I cambiamenti sulla fornitura dei dati.

Cambierà anche il sistema di fornitura dei dati al momento dell’autenticazione in un’applicazione, che fino ad oggi prevedeva un trasferimento automatico e non limitato, sarà regolato da nuove norme per permettere la garanzia di una migliore esperienza agli sviluppatori ed una maggiore sicurezza agli utenti.

API Events.

Fino a questo momento le App potevano accedere anche a dati che l’utente forniva a Facebook a proposito di eventi privati, potendo far uso di queste informazioni legate ad esempio a Biglietti d’auguri o Calendario. Da questo momento in poi i cosiddetti API Events saranno aggiornati e sarà impedito l’accesso alle App non autorizzate, in seguito, un’accurata selezione da parte degli operatori del colosso di Menlo Park, permetterà di scegliere quali applicazioni potranno accedere agli API Events.

API Groups.

In questo momento non ci sono restrizioni di accesso alle informazioni dei gruppi privati, che le App possono ottenere attraverso l’autorizzazione da parte dell’amministratore o di un membro del gruppo. Queste App sono utili agli amministratori dei gruppi per creare eventi o svolgere altre funzioni ma, secondo Facebook, non proteggono accuratamente dati ed informazioni su persone o conversazioni private. Pertanto, oltre al consenso di un amministratore o di un membro di un Api Group, servirà l’approvazione di Facebook perché un’applicazione possa utilizzare determinate informazioni, che saranno comunque ulteriormente limitate, in termini di nomi, o immagini del profilo ad esempio.

API Pages.

Altro tema caldo riguarda appunto le API Pages, alle quali le applicazioni, fino ad oggi avevano accesso illimitato. Come per le sezioni sopracitate, Facebook si riserverà il diritto di selezionare le App che potranno accedervi, controllando che le finalità siano effettivamente utili e non dannose per gli utenti.

La registrazione su siti attraverso Facebook.

Dal 2014 sono in vigore regole precise per poter utilizzare, da parte delle App, i dati del profilo Facebook per la registrazione. In pratica, come la maggior parte del popolo di navigatori del web ben sa, onde evitare le lunghe trafile di compilazione di form, moltissimi siti o applicazioni, snelliscono la procedure permettendo la registrazione attraverso i dati Facebook. Con una precisa regolamentazione si stabilivano quante e quali informazioni poter concedere: con questa rivoluzione tutto ciò sarà fortemente ridimensionato e le norme rivisitate e rese meno flessibili e più selettive.

Restrizioni e divieti in arrivo anche a proposito di tutte quelle informazioni personali come stato di relazioni sentimentali, opinioni politiche, orientamento religioso, liste personalizzate di amici, dati a riguardo di istruzione o lavoro, attività di lettura o ascolto musica, attività ludiche o di video guardati: tutto bannato. Saranno inoltre impediti gli accessi alle app a qualsiasi informazione di utenti che non utilizzano Facebook da più di 90 giorni.

Ricerca e recupero account.

Fino ad oggi era possibile reperire un utente Facebook digitando nella barra di ricerca alcune informazioni note come un numero di cellulare oppure un indirizzo mail. Gli uomini di Zuckerberg hanno notato che molti si approfittavano di questa funzione per scopi poco etici come quello di recuperare e riutilizzare un account di terze persone. Per questa motivazione questa funzionalità è stata disattivata

Il caso Tinder.

#tinderdown è stato un trend popolarissimo ultimamente , in quanto la famosissima App di incontri è stata una delle prime ad essere coinvolta nella rivoluzione sul rilascio dei dati.
A Tinder gli utenti possono accedere tramite il numero di telefono oppure tramite il proprio profilo Facebook, con le conseguenze dovute alla risonanza del caso Cambridge Analytica, che ha coinvolto anche circa 130 mila profili italiani, i single di tutto il mondo hanno tremato di fronte ad un blocco rivelatosi, però, soltanto temporaneo.
Molte cose all’orizzonte stanno cambiando, si prospetta una vera e propria svolta a proposito del trattamento di dati, visto l’enorme vortice in cui è finito il social network più conosciuto ed utilizzato al mondo, che ogni giorno vive scosse di terremoto ed incredibili colpi di scena.


Facebook accesso dati: l’eco di Cambridge Analytica, forti limiti alle App e il caso Tinder

Ennesimo polverone intorno a Facebook, altre problematiche s’avvinghiano intorno al colosso di Menlo Park, al centro di tutto c’è ancora il trattamento dei dati personali. Dopo lo scandalo Cambridge Analytica ( di cui abbiamo parlato qui), si torna a discutere su privacy e dati personali, questa volta in ottica App.

 

 

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